XXXI Giornata del malato. La lezione del buon samaritano.
Si celebra l’11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes, la XXXI Giornata mondiale del malato, che dedica una particolare attenzione alle persone inferme e a quanti le assistono nelle strutture sanitarie, ma anche a coloro che ne hanno cura in seno alle famiglie. Per loro papa Francesco ha rinnovato la propria speciale vicinanza con il consueto messaggio che quest’anno ha per tema “La compassione come esercizio sinodale di guarigione” e mutua il titolo, “Abbi cura di lui” dal versetto 10,35 del vangelo di Luca, dove si riporta l’esortazione del buon samaritano all’albergatore.
Istituita nel 1992 da Giovanni Paolo II, la Giornata mondiale del malato è ormai un appuntamento privilegiato per una riflessione sulla sofferenza e sulla necessità di un approccio solidale con chi sperimenta il dolore, che nonostante tutto rimane una costante della condizione umana. In ogni fase della vita per ciascun vivente si avverte il bisogno dell’aiuto altrui. E il solo riconoscimento di questa verità richiama tutti al valore della solidarietà. Nel messaggio per questo 2023, papa Francesco ricorda che: “La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione”. Dolore, solitudine, senso di abbandono che si impadroniscono della vita sofferente possono essere vinti da una voce amica, da uno sguardo di attenzione, da un gesto di compassione. “Quando si cammina insieme – dice il papa – è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando”. È quel camminare insieme che il papa pone a fondamento del suo dialogare invitando “a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza”.
“La Giornata Mondiale del Malato, – ricorda ancora il papa – non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme”. Infatti, se con gli anni della pandemia abbiamo imparato a riconoscere il valore di chi opera nel campo della salute e della ricerca, occorre anche che “alla gratitudine corrisponda il ricercare attivamente, in ogni Paese, le strategie e le risorse perché ad ogni essere umano sia garantito l’accesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute”.Ed ancora, in conclusione, affinché si edifichi una società inclusiva, il messaggio esorta tutti a far proprio l’invito del samaritano “Abbi cura di lui” prendendosi carico della fragilità degli altri. Ciò perché “non vale solo ciò che funziona e non conta solo chi produce. Le persone malate sono al centro del popolo di Dio, che avanza insieme a loro come profezia di un’umanità in cui ciascuno è prezioso e nessuno è da scartare”.