“Segui la Stella”. Un percorso formativo.
Nell’ambito della formazione dedicata ai collaboratori laici dell’Opera Don Orione in Italia il percorso denominato “Segui la stella” si rivolge a coloro che da poco sono entrati nell’orbita orionina con lo scopo di introdurli in un mondo dalle dinamiche articolate dove grande importanza rivestono i temi religiosi e carismatici nello svolgimento delle attività istituzionali e speciale eco risalta dai richiami alla vita e al pensiero del fondatore, san Luigi Orione. Il percorso formativo, in questo caso, prevede iniziali approfondimenti sulla vita del Santo e dell’Opera da lui fondata e, di conseguenza, sul progetto di missione che la stessa vive nel presente.
All’edizione del febbraio di quest’anno, dal Centro di Savignano sono partiti quattro collaboratori che, di ritorno da Montebello dove il corso si è svolto, hanno dato voce, con una testimonianza dell’esperienza vissuta, ad una breve ed illuminante riflessione, che di seguito riportiamo.
Tortona andata e ritorno: Don Orione non fu un prete della domenica mattina.
Un lungo viaggio ci ha accompagnati nei luoghi dove un piccolo grande uomo è nato, ha dato forma ai suoi sogni e poi li ha portati in giro per il mondo. Già, il mondo, potremmo snocciolare numeri da capogiro che fanno capo ai malati, agli ultimi e ai desamparados che ogni giorno trovano conforto nelle case e nelle missioni che don Orione ha fondato durante la sua straordinaria vita in giro per il mondo. Ma, con molta probabilità, i numeri più importanti nella vita di don Orione sono stati soltanto sette: tre sogni e quattro amori. I primi due sogni lo hanno condotto verso il sacerdozio, il terzo sogno verso i poveri del mondo. Don Orione, nel suo terzo sogno, sogna la Madonna con un manto di colore azzurro grande come un oceano con al di sotto una folla di persone di ogni razza. È questo sogno che gli fa capire che deve aprirsi al mondo e uscire fuori da Tortona. Invece, i quattro amori di don Orione sono stati: Gesù, Papa, Anime e Maria. Quattro amori che, come una bussola, hanno guidato don Orione verso i più bisognosi. Lui stesso scriveva: “Salvare sempre, salvare tutti, salvare a costo di ogni sacrificio con passione redentrice e con olocausto redentore”. Don Orione non è stato soltanto questo, perché era anche una persona intelligente, allegra e spiritosa. Amava i bambini e sul muro della piccola stanza dove dormiva nel duomo di Tortona c’è ancora scritta una formula, che sostanzialmente era un programma per gli oratori che poi realizzò: A + B – C = Allegri + Buoni – Cattivi. Don Orione era una persona sensibile, durante il suo operato ha subìto numerosi attacchi personali da persone che facevano parte della sua stessa congregazione e questo gli causò una grande sofferenza. Ma del resto, come ha detto lo stesso Papa Francesco durante l’omelia di una messa di canonizzazione del 2015: «Il santo è Uno a cui non si attribuiscono imprese grandiose, né celebri discorsi, ma che porta a compimento il piano di Dio attraverso una presenza umile e silenziosa e attraverso il proprio patire».
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