Giubileo della misericordia: Tempo di ritorno all’essenziale
Per il 2016, papa Francesco ha indetto, con la bolla “Misericordiae vultus”, la celebrazione di un anno santo straordinario dedicato al tema della misericordia. Nel Giubileo, le letture domenicali saranno estratte dal vangelo di Luca (definito “l’evangelista della misericordia”) in cui si trovano le parabole della pecora smarrita, della dracma perduta e del padre misericordioso, richiamate anche nella bolla di indizione.
L’apertura, fissata per il giorno dell’Immacolata concezione del 2015, coincide con il 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II e del suo spirito innovatore il concilio intende nutrirsi.
Nell’Angelus del 1° novembre Francesco ha espresso l’intento di anticipare al 29 novembre l’inizio del giubileo con l’apertura della porta santa nella cattedrale di Bangui in occasione del viaggio apostolico nella Repubblica Centrafricana “per manifestare la vicinanza di tutta la Chiesa a questa nazione così tormentata”.
L’anno santo, di cui il Pontefice ha affidato l’organizzazione al Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, si concluderà il 20 novembre 2016 con la chiusura della porta santa in San Pietro.
Nella lettera, del 2 settembre 2015, indirizzata al presidente del Pontificio consiglio, il Papa rivolge il suo pensiero ai fedeli che vivranno la grazia del giubileo e spiega che una delle modalità per l’acquisto dell’indulgenza, è quella di recarsi in pellegrinaggio a Roma, alla Porta Santa o in una delle quattro Basiliche pontificie della capitale italiana. Ma ugualmente dispone la possibilità di ottenere l’indulgenza con il pellegrinaggio presso la Porta Santa aperta “in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano”, nei “Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari”. Per i malati e gli anziani impossibilitati a muoversi il papa ha predisposto la concessione anche seguendo la messa da casa. Inoltre, Francesco, auspicando una “grande amnistia” secondo la tradizione ingeneratasi in occasione dell’anno santo, accorda ai detenuti la possibilità di ottenere indulgenze nelle cappelle delle carceri, “e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”. L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti, attraverso il ricordo nella preghiera e nella celebrazione eucaristica. Una decisione speciale del papa riguarda la facoltà riconosciuta a tutti i sacerdoti per l’anno giubilare di riconciliare chi ha sperimentato “il dramma esistenziale e morale” dell’aborto.
Il giubileo cristiano richiama un evento già contemplato nell’antico testamento che riporta nella legge mosaica la celebrazione, a cadenza cinquantennale, di un anno particolare, consacrato come anno di grazia del Signore in cui veniva proclamata la liberazione per tutti gli abitanti del Paese. La ricorrenza di tale momento, comportava, tra l’altro, la restituzione delle terre agli antichi proprietari, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi, il riposo della terra.
Nella tradizione cattolica il giubileo che deriva dalla parola ebraica ‘yobel’ (il corno di ariete che veniva suonato dai sacerdoti per richiamare il popolo ebraico alla celebrazione dell’anno santo), si configura come momento più spirituale in cui emerge la possibilità di un perdono generale in grado di rinnovare il rapporto tra l’uomo e Dio. Si propone quindi come un’opportunità di rinnovato impegno di vita cristiana.
Il rito iniziale è l’apertura della Porta santa. Esso assurge a simbolo di passaggio offerto ai fedeli per un percorso straordinario verso la salvezza. Tale cerimonia viene menzionata per la prima volta in una lettera del 1400 in cui viene precisato che passando per tre volte attraverso la porta si riceveva “la perdonanza dalla colpa e dalla pena”.
L’idea del giubileo, istituto assente nel primo millennio dell’era cristiana, si manifesta all’interno della società medioevale come evoluzione della dottrina delle indulgenze, unita alla esperienza del pellegrinaggio e di altre pratiche penitenziali, finendo con l’assumere, nella sua evoluzione storica, i requisiti di un evento sì religioso, ma anche culturale, civile, economico e sociale.
La storia della Chiesa degli ultimi sette secoli è costellata di anni santi. Quelli ordinari (ventisei), legati a scadenze prestabilite (all’inizio ogni cento anni, poi via via con intervalli di cinquanta, trentatré e attualmente venticinque anni), e quelli straordinari, invece, indetti in occasione di momenti particolari.
È Bonifacio VIII che indice il primo anno santo nel 1300 per venire incontro ad un voto popolare. Ne parla anche Dante nel canto XVIII dell’Inferno. Ad esso ne segue un secondo, indetto da Clemente VI, nel 1350.
In epoca contemporanea, Pio XI indice un giubileo nel 1925 quale momento di pacificazione dopo la tragedia della grande guerra. Ancora, nel 1933 viene proclamato un anno santo straordinario a cui fa seguito quello del 1950 aperto da Pio XII.
Nel 1975, a dieci anni di distanza dalla chiusura del Concilio Vaticano II, Paolo VI riapre la porta santa indicando come scopo “la riconciliazione con Dio e con gli uomini”.
Giovanni Paolo II promuove due giubilei, uno straordinario nel 1983 definito il giubileo della redenzione e uno ordinario nel 2000 in occasione del passaggio dal secondo al terzo millennio.
Come detto, l’anno santo 2016 sarà dedicato al tema della misericordia, molto caro al Papa Francesco che costantemente lo richiama nei suoi interventi.
Nell’introduzione della bolla di indizione dice: “Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. (…) Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio all’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”. (MV, 2).
E poi, spiega: “Ci sono momenti nei quali in modo ancor più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo straordinario della misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più efficace la testimonianza dei credenti”. (MV, 3).
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