XXXIII Giornata del malato: nella malattia, condividere la sofferenza.
La Giornata Mondiale del Malato viene celebrata annualmente l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes. Ogni tre anni, la sua celebrazione si svolge in forma solenne presso un santuario mariano. A causa del Giubileo 2025, Papa Francesco ha disposto che la celebrazione, che avrebbe dovuto tenersi quest’anno, si terrà invece l’11 febbraio 2026, presso il Santuario Mariano della Virgen de Chapi, di Arequipa, in Perù.
Con il titolo “«La speranza non delude» (Rm 5,5) e ci rende forti nella tribolazione” il Messaggio pubblicato dal Papa per la XXXIII Giornata Mondiale del Malato, richiama il passo di san Paolo in cui l’apostolo esorta la comunità cristiana di Roma ad avere fiducia nell’amore di Dio.
Ed è sulla speranza, ancora una volta, che il Pontefice insiste, e sulla scorta di quanto già detto nell’indizione dell’anno santo in corso, invita ancora una volta tutti coloro che soffrono e coloro che degli infermi si prendono cura a cogliere quei segni di speranza che – osserva – “ci rende saldi nelle difficoltà, e offre alimento a quella virtù che è chiamata fortezza ed è – come la speranza – un dono di Dio”.
Nella speranza, infatti, “possiamo condividere con Lui il nostro smarrimento, le nostre preoccupazioni e le nostre delusioni, possiamo ascoltare la sua Parola che ci illumina e infiamma il cuore e riconoscerlo presente nello spezzare del Pane”.
Il messaggio esorta a guardare la malattia come a un’occasione di incontro con Cristo. “Nel tempo della malattia, infatti – scrive il Papa – se da una parte sentiamo tutta la nostra fragilità di creature – fisica, psicologica e spirituale –, dall’altra facciamo esperienza della vicinanza e della compassione di Dio, che in Gesù ha condiviso le nostre sofferenze”. Ma ci ricorda anche come, attraverso essa, si possa incontrare l’altro. E sottolinea, in tale prospettiva, quell’aspetto di condivisione che si instaura con i familiari, gli affetti, con chi si prende cura. “Quante volte – osserva il Santo Padre – al capezzale di un malato, si impara a sperare! Quante volte, stando vicino a chi soffre, si impara a credere! Quante volte, chinandosi su chi è nel bisogno, si scopre l’amore! Ci si rende conto, cioè, di essere “angeli” di speranza, messaggeri di Dio, gli uni per gli altri, tutti insieme: malati, medici, infermieri, familiari, amici, sacerdoti, religiosi e religiose”.
E proprio questa condivisione, che dona valore alla persona al di là del proprio male, questo camminare insieme – chiosa il Papa – “è un segno per tutti, «un inno alla dignità umana, un canto di speranza»”.
Presso il Centro Don Orione” di Savignano, in virtù della sua missione, la giornata assume uno speciale significato e viene celebrata con particolare solennità. Quest’anno presiederà la celebrazione eucaristica il Vescovo diocesano mgr. Sergio Melillo nella cappella del Centro alle ore 11. Il presule concluderà il rito con il conferimento del sacramento dell’Unzione degli Infermi ai malati e agli anziani residenti.
Leave a Reply