Don Romolo Mariani: missionario di speranza sulle orme di don Orione.
Il 17 maggio 2020, presso il Centro orionino di Monte Mario, in Roma, è deceduto don Romolo Mariani, religioso orionino, apostolo della carità, interprete instancabile e fedele del carisma del fondatore. Era nato a Ortucchio, in quella Marsica tanto cara a don Orione, il 12 maggio 1939 e da lì era partito verso un’avventura umana appassionante che lo aveva portato, missionario, prima in terra brasiliana e poi in Mozambico. Una lunga e dolorosa malattia ha contrassegnato il suo ultimo periodo terreno limitando prima e annullando poi tutti i suoi talenti umani e spirituali. Il 19 maggio dopo i funerali a Roma, le sue spoglie torneranno in terra marsicana per riposare nel cimitero del suo paese natale.
Don Romolo Mariani è deceduto il 17 maggio a Roma nella Casa orionina di Monte Mario dove risiedeva dal 2015. Era nato a Ortucchio (AQ), il 12 maggio 1939.
Entrò in contatto con l’Opera di don Orione nell’istituto di Avezzano dove venne accolto giovanissimo a causa di avverse vicende familiari. Imparò subito ad apprezzare il carisma del fondatore, attraverso lo slancio apostolico riflesso dai suoi educatori, e dopo un periodo di discernimento spirituale entrò in Congregazione nel 1957. Fin da giovane chierico, si distinse per il carattere dinamico, e l’indole altruistica. Ordinato sacerdote il 3 aprile del 1971, ad Avezzano, laddove si era resa evidente la sua ispirazione alla vita religiosa, iniziò subito il suo ministero in mezzo ai giovani come animatore vocazionale. L’anelito di carità che lo trascinava lo condusse però ben presto oltre i confini nazionali per farlo approdare nel 1975 in Brasile, dove rimase per ben 12 anni. In un periodo in cui il Paese era sotto una feroce dittatura militare lavorò dapprima in Amazzonia nella missione di Araguaina, nell’allora stato del Goias, e poi a Porto Alegre nello stato del Rio Grande del sud. In Brasile, al lavoro instancabile e appassionato, associò un percorso accademico che lo portò alla Laurea in Filosofia e Psicologia. Rientrato in Italia, venne destinato nella Casa di Napoli dove, su richiesta dell’Ordinariato Militare, svolse per un triennio l’incarico di cappellano presso la scuola della “Nunziatella”. Dal ‘90 al’96 fu rettore al Santuario “Madre di Dio Incoronata” di Foggia. È di quel periodo una più assidua frequentazione della Casa di Savignano e di conoscenza della realtà irpina. Rimane ancor oggi vivo il ricordo delle sue visite in diverse parrocchie accanto alla statua della Madonna Incoronata, nella lunga Peregrinatio Mariae che contraddistinse quella stagione. Terminata la vicenda foggiana, fu chiamato dai superiori a ricoprire incarichi direttivi nelle istituzioni della Congregazione di Roma, Avezzano e Reggio Calabria.
L’anelito missionario non si era tuttavia esaurito con la pur lunga e faticosa esperienza brasiliana, così nel 2008, sulle soglie dei settant’anni, riprese la via del mondo che stavolta lo condusse in Mozambico, Paese a lungo martoriato da una feroce guerra civile. Qui, a Bagamoyo, nella periferia della capitale Maputo, operò con la consueta tenacia e l’impareggiabile zelo alla realizzazione di un centro per ragazzi disabili che oggi porta il nome di “Villaggio della Carità”. Una volta avviata e consolidata la nuova opera missionaria, venne richiamato in Italia, dove in un breve lasso di tempo, ebbe a manifestarsi una dolorosa malattia che lo avrebbe accompagnato in una lunga traversata del deserto, i cui confini si sono delineati il 17 maggio, termine della sua avventura terrena e preludio alla ricongiunzione finale col Padre celeste.
Fedele interprete della lezione orionina, a lui ben si adattano le parole che il Fondatore espresse per la morte di un altro confratello, nel 1920. “Ti eri offerto a conforto e a santificazione delle anime vivendo di povertà, di umiltà e di obbedienza e la tua ragione, illuminata dalla fede, fu portata ad amare Cristo e i più piccoli e i più poveri figli di Dio (…). Tu avevi scelto di vivere e morire per Cristo: ebbene dilata il cuore: l’amore di Gesù che ti ha ferito e ha dato fiamma al tuo lavoro, riempirà il cuore e l’anima e tutta la tua vita per i secoli eterni! (…) Tu molto hai amato la Congregazione (…) e molto sarai pianto da essa, ma il pianto che facciamo sopra di te e la mestizia che lo accompagna riescano soavi per la grazia che il Signore ci da, e perché l’umo e l’altra sono abbelliti e confortati dalla speranza del Paradiso (…). Hodie sit in pace locus tuus, et habitatio tua in sancta Sion”.
I funerali sono fissati per martedì 19 nella Parrocchia “Mater Dei” di Roma. La salma, dopo una breve sosta nell’istituto di Avezzano, dove tutto era cominciato, sarà quindi trasportata nel suo paese natale per la tumulazione.
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