Il Sinodo per l’Amazzonia: Chiamati a ravvivare il fuoco del Vangelo
Domenica 6 ottobre alle 10, Papa Francesco ha inaugurato l’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi che si concluderà il 27 ottobre e che avrà per tema: “Amazzonia: Nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale”. Nella messa di apertura, il pontefice ha richiamato i vescovi alla loro missione, che è quella di ravvivare il fuoco evangelico che rischia di essere soffocato se ci si limita ad una pastorale di mantenimento a beneficio solo di chi già conosce il Vangelo. La Chiesa, infatti, “sempre è in cammino” e non rimane “mai chiusa in sé stessa”.
Il Sinodo sull’Amazzoniaè stato indetto il 15 ottobre 2017, con l’obiettivo – spiegò allora Francesco – di “trovare nuove vie per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di fondamentale importanza per il nostro pianeta”. Sul punto, il documento preparatorio del Sinodo (n. 12): spiega che l’assemblea speciale per l’Amazzonia “è chiamata a individuare nuovi cammini per far crescere il volto amazzonico della Chiesa e anche per rispondere alle situazioni di ingiustizia della regione”.
Appare, tuttavia superfluo dire che le tematiche affrontate nel consesso episcopale, – l’attenzione agli ultimi, le nuove frontiere pastorali, il rispetto del Creato – pur vertendo su un territorio determinato, denotano chiari legami con la Chiesa universale. Anzi, con l’intero consorzio umano.
L’Amazzonia è abitata da 34 milioni di persone ed abbraccia un territorio di 7,8 milioni di chilometri quadrati toccando ben 9 paesi Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guyana francese. Le foreste ricoprono circa 5,3 milioni di chilometri quadrati, cioè un terzo delle foreste presenti sull’intero pianeta, svolgendo il compito fondamentale di polmone vitale per l’intera umanità, oltre che ecosistema essenziale agli equilibri naturali.
Ai Padri sinodali è stato consegnato un documento preparatorio in cui, una volta presentata la realtà del territorio, si introduce la problematica dal punto di vista ecologico per poi affrontare le questioni ecclesiologiche e pastorali. Tra queste, spicca l’emergenza legata alla mancanza di sacerdoti su cui, tra l’altro, si è concentrata già da tempo una forte controversia dentro la Chiesa, ma che rimane un punto cruciale, da affrontare con coraggio per il bene delle comunità di quei territori, se non si vuole che rimangano abbandonate a sé stesse.
Nell’omelia della messa di apertura del Sinodo il Papa ha chiesto ai vescovi di rimanere fedeli alla missione ricevuta, che li chiama a “ravvivare” quel fuoco d’amore bruciante per Dio e per i fratelli. Non il fuoco che divora popoli e culture – ha sottolineato – ma quello che riscalda e sa discernere. “Quando, senza amore e senza rispetto si divorano popoli e culture, non è il fuoco di Dio, ma è il fuoco del mondo. Eppure, quante volte il dono di Dio non è stato offerto ma imposto, quante volte c’è stata colonizzazione anziché evangelizzazione! Dio ci preservi dall’avidità dei nuovi colonialismi. Il fuoco appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l’Amazzonia, non è quello del Vangelo”.
Ha quindi ricordato come: “Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia portano croci pesanti e attendono la consolazione liberante del Vangelo, la carezza d’amore della Chiesa. Tanti fratelli e sorelle in Amazzonia hanno versato la loro vita”. E ha chiesto che non vengano dimenticati coloro che hanno dato la vita in Amazzonia e che anche adesso la stanno dando, implorando, invece, di camminare con loro.
Ora i Padri sinodali sono attesi da tre settimane di confronto, aperto e coraggioso, perché sull’Amazzonia si gioca il futuro del pianeta.
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