21 settembre. Giornata mondiale per l’Alzheimer
Oltre un milione in Italia le persone che soffrono di una qualche forma di demenza. Il numero è destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento. Si prevede un incremento del 50% nei prossimi 20 anni.
La demenza, di cui la causa più comune è la sindrome di Alzheimer, è una malattia che attualmente colpisce circa 50 milioni di persone in tutto il mondo, con un incremento annuale di 10 milioni di nuovi casi. Il numero è proiettato a circa 75 milioni nel 2030 e quasi triplicato entro il 2050. Si conta che più della metà delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, dove solo il 10% degli individui viene diagnosticato. La patologia è causata da una serie di malattie e lesioni che influiscono sul cervello e comporta il danneggiamento della funzione cognitiva con il deterioramento della memoria e della capacità di elaborazione del pensiero. Il suo sviluppo ne fa una delle cause principali della disabilità e della dipendenza tra le persone anziane in tutto il mondo con implicazioni sociali ed economiche significative in termini di costi sanitari e sociali (di cui buona parte a carico delle famiglie impegnate nell’assistenza). Nel 2015, la spesa complessiva globale è stata stimata in 818 miliardi di dollari, pari all’1,1% del prodotto interno lordo (PIL) globale.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riconosce la demenza come priorità di salute pubblica e sta lanciando da tempo una serie di segnali con l’obiettivo di supportare la pianificazione dei servizi per il rafforzamento delle politiche e dei sistemi sanitari. Nel maggio scorso in occasione della settantesima assemblea mondiale sulla sanità, gli stati membri hanno sottoscritto il Piano globale di azione sulla risposta di salute pubblica alla demenza 2017 – 2025. Il piano affronta i principali problemi della politica sulla demenza e, facendo leva sui diritti umani, sollecita i governi a dare più attenzione a questa patologia nell’ambito delle politiche socio sanitarie e assistenziali. Tra l’altro, invita i 194 paesi aderenti a favorire le condizioni affinché venga perseguita una sempre più approfondita consapevolezza in tema di demenza e sia alimentata la ricerca per la riduzione dei rischi, il raggiungimento di più puntuali diagnosi, la realizzazione di una migliore assistenza e un più adeguato sostegno ai familiari.
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