Corso di formazione: “La riabilitazione post-COVID-19 nell’anziano”
A distanza di oltre due anni dall’inizio della pandemia generata dal virus Sars-Cov-2, mentre si comincia a intravvedere una nuova fase di endemizzazione in cui ci si appresta ad instaurare una convivenza se non pacifica almeno tollerata con il virus, il Centro ha programmato un corso di formazione, aperto a tutte le figure sanitarie, ma dedicato in special modo a quelle riabilitative per indagare gli aspetti legati alle conseguenze non solo immediate ma anche remote, sebbene ancora in forma prospettica in attesa che il tempo dia maggiori e migliori informazioni sull’andamento effettivo dell’epidemia.
Sin dalle prime evidenze della infezione da virus SARS-COV-2 è risultato chiaro che i pazienti più anziani e con comorbidità sottostanti presentassero un maggior rischio di infettarsi e di sviluppare una forma grave della malattia, in particolare la sindrome respiratoria complessa indicata con l’acronimo COVID-19. Così come di sviluppare una sindrome post-virale indicata come long-Covid.
Allo stesso modo è stato evidente in breve tempo il fatto che risolta la fase acuta della malattia e indipendentemente dalla gravità della stessa si sviluppava in un paziente su due una sindrome post-virale indicata come long-Covid che l’OMS definisce come quella condizione caratterizzata dalla permanenza di sintomi oltre le 12 settimane dopo la risoluzione dell’infezione Sars Cov-2.
La sintomatologia conseguente alla sofferenza polmonare, encefalica e/o della sindrome da disfunzione multiorgano è notevolmente varia in conseguenza del numero e della complessità delle strutture coinvolte, e si caratterizza per la facile stancabilità, per la dispnea da sforzo e a riposo, per la presenza di disturbi/deficit motori a diversa localizzazione e intensità, per i disturbi del linguaggio, afasia motoria, sensitiva o mista, per il deterioramento cognitivo cha va dal ridotto grado di attenzione e partecipazione fino ai gradi più gravi di “nebbia cognitiva”, per la riduzione del grado di indipendenza nelle ADL primarie e secondarie e in ultima analisi per le conseguenze che tutto ciò comporta circa la qualità di vita dei pazienti.
Ciò determina allo stesso modo una notevole variabilità nell’approccio riabilitativo di tali pazienti che più di ogni altro necessitano di un intervento multidisciplinare che coinvolge oltreché le diverse figure riabilitative in senso stretto, fisiatra, foniatra, fisioterapista, logopedista, infermiere, terapista occupazionale, psicologo, assistente sociale, anche specialisti d’organo, geriatra, neurologo, neuropsichiatra, pneumologo, etc.
Il corso, dopo un’introduzione affidata al dott. Battiloro, direttore sanitario del Centro, si è aperto con l’intervento del dott. Antonio Panico, pneumologo che opera presso l’ospedale di Ariano Irpino, il quale anche sulla scorta della sua esperienza maturata in questi due anni nel reparto covid dell’ospedale Frangipane, ha brillantemente trattato il tema inerente all’inquadramento nosologico della sintomatologia Covid-19. Lo specialista ha discusso l’aspetto riguardante la fisiopatologia del virus sottolineando le conseguenze multisistemiche su organi e apparati.
A seguire il dott. Giorgio Govetto neurologo che ha iniziato da poco a collaborare con la struttura di Savignano, ha analizzato, con chiarezza e precisione il Sistema Nervoso Centrale e la sindrome long-term post-Covid-19, descrivendo le vie di accesso del virus attraverso la barriera ematoencefalica del cervello.
L’impostazione del corso è stata concepita in forma dialettica con l’invito ai partecipanti affinché approfondissero aspetti particolari della materia trattata in modo che le esposizioni si prestassero ad un confronto. Così, nel pomeriggio le terapiste Milena Blasi e Maria Antonietta Barrasso hanno esaminato la Sindrome post Covid descrivendo le linee guida della riabilitazione neuromotoria e respiratoria nel paziente adulto, mentre la terapista Alessia Penta ha studiato la sintomatologia post-Covid nel bambino indagando le conseguenze a lungo termine quali la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C) e il COVID lungo. Sollecitata dagli interventi, la platea non si è sottratta al dibattito prima di concludere la giornata con le esercitazioni e i test di apprendimento.




