Martiri Orionini
Si celebrerà nella loro terra natale: a Tarragona, il prossimo 13 ottobre, la cerimonia di beatificazione dei due martiri della fede P. Ricardo Gil Barcelón e Antonio Arrué Peiró della congregazione di Don Orione.
Perseguitati a causa della fede durante la guerra civile spagnola, furono entrambi assassinati il 3 agosto 1936.
La famiglia orionina sta organizzando un pellegrinaggio a Tarragona in occasione della beatificazione il prossimo 13 ottobre. Chi volesse partecipare può rivolgersi a:
- Don Renzo Vanoi – Parrocchia San Benedetto Abate, viale Caterina da Forlì, 19 – Milano 20146 – Tel. 02 / 471554
- Don Savino Lombardi – Parrocchia Ognissanti, via Appia Nuova, 244 – Roma 00183 – Tel. 06 / 7000697
- Don Mimmo Napoli – Villaggio del fanciullo, via Ammiraglio Rizzo, 68 – Palermo 90142 – Tel. 091 / 544533
- Don Francesco Mazzitelli – Parrocchia Ognissanti, via Appia Nuova, 244 – Roma 00183 – Tel. 06 / 7000697
Riportiamo di seguito due brevi biografie invitando, per più dettagliate informazioni, a rivolgersi presso:
POSTULAZIONE GENERALE Via Etruria, 6
00183 Roma. Tel: 06 / 7726781 Email: uso@pcn.net
RICARDO GIL BARCELÓN
Ricardo Gii Barcelón nacque a Manzanera di Teruel (Spagna) il 27 ottobre 1873 da Francisco Gil e Francisca Barcelón, di nobili origini e benestanti. La famiglia era numerosa. Nel 1885, appena dodicenne, entrò in seminario dove fu “alunno diligente e capace”; a venti anni nel 1893 durante la Guerra Ispano-Americana, fu soldato nelle Filippine dove, compiuti gli studi teologici, il 24 settembre 1904, fu ordinato sacerdote. Pochi mesi dopo, volendo intraprendere una vita più austera, P. Ricardo decise di tornare in Spagna, dove trascorse un periodo presso i Terziari Cappuccini di Torrente. Qualche anno dopo, come atto di distacco totale da sé, compì un pellegrinaggio a piedi fino a Roma, dove il 3 febbraio 1910, incontrò Don Luigi Orione (1872-1940); fu un incontro provvidenziale che diede una svolta definitiva alla sua vita.Dopo qualche giorno raggiunse Tortona, cuore della nascente Opera orionina. Sul finire del 1910, venne inviato a Messina, devastata dal terremoto del 1908, e due anni dopo a Cassano Jonio, dove rimase fino al 1923, come rettore del Santuario della Madonna della Catena.
Vi ritornò, una seconda volta, nel 1928.
Fu accusato dell’omicidio di una bambina e arrestato; dopo due mesi venne liberato “per inesistenza di indizi e infondatezza dei sospetti” come si espresse “L’Osservatore Romano” del 15 luglio 1928.
Nel 1930, d’accordo con Don Orione, tornò in Spagna per fondare la prima Casa orionina in quella nazione. Era la vigilia della sanguinosa Guerra Civile. Dal settembre 1931 fino al martirio, per cinque anni, visse a Valencia, in un’umile casa, sempre aperta ad accogliere i più poveri.
ANTONIO ARRUÉ PEIRÓ
Antonio Arrué Peiró, nacque il 4 aprile 1908 a Calatayud, Zaragoza (Spagna), da Antonio Arrué Marconel e Agueda Peiró Caballer, di modeste condizioni economiche. Frequentò per qualche anno la scuola di Calatayud. Presto perse la mamma (1923) e qualche anno dopo, una sorella. Il 22 agosto 1926 divenne orfano anche del padre; tutti questi lutti e l’abbandono dei parenti, gli procurarono un periodo di depressione. Venne addirittura ricoverato in un manicomio dal quale per due volte fuggì.
“Non sono pazzo – confidò ad uno zio – non voglio stare là dentro. Fuggirò ancora, andrò lontano e mi farò missionario”
A 23 anni, nel 1931, Antonio incontrò P. Ricardo che lo accolse nella sua casa di Valencia; i due non si separarono più. Faceva da custode e accompagnava P. Ricardo alla chiesa di Nostra Signora de los Desamparados e alla cappella dei tubercolotici, dove nessun sacerdote voleva andare a celebrare la Messa.
Antonio era un giovane pio, serio, lavoratore, di poche parole. Per cinque anni perseverò nella vita di preghiera e di dedizione ai poveri che con fiducia ricorrevano a lui. Avrebbe desiderato far parte della Congregazione orionina come religioso.
Leave a Reply