Pellegrini all’Incoronata, in ricordo di don Orione
In concomitanza con il 152° anniversario della nascita di don Orione, che cade il 23 giugno, ospiti e familiari, operatori, volontari e amici del Centro di Savignano insieme ad un bel gruppo della Parrocchia di San Nicola, si sono ritrovati per una giornata di spiritualità ai piedi della Madonna Incoronata presso il santuario di Foggia, custodito dai religiosi orionini e meta di continui pellegrinaggi.
Esistono tra gli abitanti del territorio irpino e la Madonna Incoronata legami che affondano le loro radici in un tempo lontano, stretti addirittura nel momento fondativo della memoria dell’evento miracoloso, se è vera la tradizione che assegna al conte Guevara, signore di Ariano, il privilegio di assistere all’apparizione della Vergine nel bosco dell’Incoronata nell’ultimo sabato di aprile del 1001. Legami rimasti vivi attraverso i secoli, rinsaldati ogni anno dai pellegrinaggi che in ogni primavera, vedono affluire al santuario frotte di devoti dalle contrade pugliesi, lucane e campane per rievocare quell’evento di due millenni fa. Legami, inoltre, alimentati anche dalle peregrinationes che l’icona mariana intraprende andando in visita presso le comunità del subappennino che ne richiedono la presenza.
Legami che nel tempo si sono ampliati anche per altre vie, come ad esempio quello che si è creato grazie alla presenza dei religiosi dell’Opera don Orione sia come custodi del santuario di Foggia sia come animatori del Centro sociosanitario di Savignano Irpino. Il nostro Centro, per l’appunto.
Ebbene, nella giornata del 25 giugno c’è stata l’occasione di riproporre questo legame con un pellegrinaggio che da Savignano ha portato al santuario foggiano un centinaio di persone: anziani ricoverati al Centro, loro familiari, volontari e amici a cui si è affiancato un nutrito gruppo coinvolto tramite la parrocchia del paese.
Una giornata che cadeva a ridosso dell’anniversario della nascita di don Orione e che – come ha sottolineato il responsabile del Centro – intendeva, in primo luogo, dare corpo ai sentimenti di gratitudine che il territorio irpino nutre nei confronti dell’Opera don Orione per quanto ha fatto e continua a fare da oltre cinquant’anni a servizio degli ultimi e dei più bisognosi. Una giornata di spiritualità, vissuta con cadenza lenta, tenendo dietro al passo degli anziani, protagonisti del pellegrinaggio.
Così, accolti dai religiosi orionini, i pellegrini dopo aver visitato il santuario si sono ritrovati per la celebrazione della messa officiata dal rettore don Leonardo Verrilli e dal confratello don Gernaldo Conti. Entrambi hanno voluto esprimere un pensiero durante l’omelia, dando voce ai molteplici sentimenti che echeggiavano tra i pellegrini. Don Conti si è rivolto ai “suoi coetanei” parlando della condizione dell’anziano come stato privilegiato di colui che, in attesa dell’incontro con Gesù, raccoglie i frutti di quanto ha seminato durante la vita. Don Verrilli, invece ha proposto all’assemblea alcuni aspetti della figura di don Orione, raccontando alcuni momenti relativi alla sua devozione alla Madonna a cui aveva affidato la sua vita, la sua vocazione e la sua Congregazione. Il Rettore, a tal proposito, ha rievocato un episodio dell’infanzia del santo: il voto di ricostruire un antico e diruto santuario mariano vicino al paese di Castelnoceto se avesse avuto la grazia di diventare sacerdote. Voto puntualmente onorato anni dopo. Al termine della celebrazione don Leonardo ha amministrato l’unzione degli infermi testimonianza della misericordia divina.
La giornata è proseguita con il pranzo che i pellegrini hanno condiviso con la comunità dei religiosi orionini in un clima di serena festa e si è poi conclusa nel tardo pomeriggio con il rientro a Savignano, ciascuno recando con sé l’eco delle proprie emozioni.










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