Giornata della Memoria: un impegno costante contro il negazionismo.
L’istituzione della Giornata della Memoria avviene per impulso dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che il 1° novembre 2005 decide di stabilire la data del 27 gennaio in memoria del genocidio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il riferimento è al giorno in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa entrarono per la prima volta ad Auschwitz. Oggi, quel ricordo è sempre più minacciato da mistificatorie tesi negazioniste e l’assemblea delle Nazioni Unite ne ha stigmatizzato la proliferazione sollecitando gli Stati ad un attivo contrasto.
Negli anni della follia hitleriana, alcuni uomini e donne con le loro azioni coraggiose hanno continuato a far brillare scintille di umanità nel buio in cui era sprofondata l’Europa.
Tra queste figure spiccano anche molti religiosi orionini, che in diverse città dell’Italia salvarono dai campi di concentramento decine di persone.
A Roma don Gaetano Piccinini, riconosciuto Giusto fra le nazioni nel 2011, coordina le richieste organizzate dalla Congregazione in risposta all’appello della Santa Sede, che si muove sotto la guida accorta di mons. Montini e mons. Tardini, sostituti alla Segreteria di Stato. A Milano il cardinale Schuster si rivolge a don Cappelli, suor Croce e al Piccolo Cottolengo; a Torino c’è don Giuseppe Pollarolo; a Genova il cardinal Boetto e Mons. Repetto fanno riferimento a don Sciaccaluga, suor Bennata e alle varie case dell’Opera.
Proprio a don Gaetano Piccinini, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo della morte, è dedicato un concorso per le scuole della Marsica, per ricordare il grande cuore di questo figlio di don Orione.
La Giornata della Memoria, pur rimanendo un momento di riflessione storica su un evento che ha causato la morte di milioni di persone, vale oggi come monito a non ricadere nel vortice della follia razzista, che rimane sempre in agguato ed è pronta a riemergere in qualsiasi tempo.
Recentemente, di nuovo, l’assemblea generale delle Nazioni unite è intervenuta su questa tematica approvando all’unanimità una risoluzione che mette in evidenza il problema della negazione dell’Olocausto.
Nella risoluzione si dichiara che l’Olocausto “sarà per sempre un avvertimento per tutte le persone dei pericoli dell’odio, del fanatismo, del razzismo e del pregiudizio”. Si rimarca la preoccupazione per “la crescente prevalenza della negazione o distorsione dell’Olocausto attraverso l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione” e si esortano gli Stati membri a “rifiutare senza alcuna riserva qualsiasi negazione o distorsione dell’Olocausto come evento storico, in tutto o in parte, o qualsiasi attività a tal fine”. Per mantenere vivo il ricordo e scongiurare operazioni di mistificazione, la risoluzione sollecita a “sviluppare programmi per educare le generazioni future” e richiama i social media e le piattaforme Internet ad adottare misure per combattere l’antisemitismo e la negazione o distorsione dell’Olocausto con la segnalazione e la rimozione di tali contenuti.
“È necessario ricordare lo sterminio di milioni di ebrei e persone di diverse nazionalità e fedi religiose. Non deve più ripetersi questa indicibile crudeltà”: così ha detto ieri Papa Francesco nell’Udienza generale del mercoledì. E ancora oggi, alle porte dell’Europa l’aumento delle tensioni tra Russia e Ucraina, minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste.
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