Giornata internazionale delle persone con disabilità: vivere le differenze come ricchezza.
Al fine di promuovere un’attenzione più sensibile sulle condizioni di difficoltà sociali delle persone disabili, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) fin dal 1981 ha istituito la Giornata internazionale delle persone con disabilità, che cade ogni anno il 3 dicembre. E nell’Agenda ONU 2030, tra gli obiettivi per uno sviluppo sostenibile ne sono stati inseriti cinque in riferimento alle persone con disabilità. Anche per quest’anno, Papa Francesco ha riservato un messaggio che ha per tema: “Voi siete miei amici” da Gv 15,14, in cui torna a far sentire la vicinanza della Chiesa al mondo delle disabilità.
Si aggira intorno al miliardo, circa il 15% della popolazione mondiale, il numero delle persone affette da disabilità e costrette per il loro stato ad affrontare ostacoli e subire limitazioni nel quotidiano svolgersi della loro vita. A questa valutazione va aggiunta la considerazione che il numero è in costante crescita, anche a causa dell’invecchiamento, come confermato da diversi studi che mettono in correlazione invecchiamento e disabilità.
Anche quest’anno il Papa, per celebrare la ricorrenza non ha fatto mancare la sua voce e nel suo messaggio è tornato a ribadire a tutti i portatori di disabilità: “La Chiesa vi ama e ha bisogno di ognuno di voi per compiere la sua missione al servizio del Vangelo“.
Ciò che ancora una volta il Papa denuncia è che molti “vengono trattati come corpi estranei della società”. E che “ci sono ancora molte cose che vi impediscono una cittadinanza piena”. Infatti, appare evidente a tutti – dice il Papa – che, purtroppo, “la discriminazione è ancora troppo presente a vari livelli della vita sociale; essa si nutre di pregiudizi, di ignoranza e di una cultura che fatica a comprendere il valore inestimabile di ogni persona”.
Nella sua analisi Francesco rimarca che “considerare ancora la disabilità – che è il risultato dell’interazione tra le barriere sociali e i limiti di ciascuno – come se fosse una malattia, contribuisce a mantenere separate le vostre esistenze e ad alimentare lo stigma nei vostri confronti”.
Purtroppo, a tale inganno – riconosce il Papa – anche nella Chiesa molti non hanno saputo sottrarsi mostrando “mancanza di attenzione spirituale, che a volte si è manifestata nel diniego di accedere ai sacramenti” mentre il Magistero è molto chiaro nel riaffermare – come esplicitato anche di recente dal Direttorio per la catechesi – che “nessuno può rifiutare i sacramenti alle persone con disabilità”.
Il messaggio, quindi, nel considerare le problematiche dettate dalla pandemia esprime vicinanza a “quanti di voi vivono all’interno di strutture residenziali e alla sofferenza che ha comportato la separazione forzata dai vostri cari”. “So bene che la pandemia di Covid-19, dalla quale con fatica stiamo uscendo, ha avuto e continua ad avere ripercussioni molto dure sulla vita di molti di voi”, con riferimento “alla necessità di rimanere per lunghi periodi in casa; alla difficoltà di molti studenti con disabilità ad accedere agli strumenti di didattica a distanza; ai servizi alla persona che in molti Paesi sono stati a lungo interrotti; e a molti altri disagi che ciascuno di voi ha dovuto affrontare”.
Per tutti il Papa ricorda: “l’amicizia di Gesù ci protegge nel tempo della prova” per poi rassicurare che “di fronte alle discriminazioni, è proprio l’amicizia di Gesù, che tutti riceviamo come dono immeritato, che ci riscatta e ci permette di vivere le differenze come ricchezza”.