16 maggio 2020: festa di san Luigi Orione. Una celebrazione vissuta a distanza, con grande assembramento di cuori.
In occasione del XVI anniversario della canonizzazione di don Orione, proclamato santo da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004, non potendo celebrare quella che è stata fissata anche come festa liturgica del fondatore della Picciola Opera della Divina Provvidenza, ci è parso opportuno, con un messaggio, condividere virtualmente un momento altrimenti celebrato in pubblica assemblea. Al messaggio si unisce un saluto audiovisivo da parte degli ospiti e operatori del Centro di Savignano.
Avremmo voluto anche quest’anno celebrare la festa di don Orione solennizzandola con iniziative che attraverso una riflessione comune sulla sua figura e sulla sua opera, esprimessero il senso di gratitudine per quanto la Congregazione da lui fondata ha finora fatto qui a Savignano.
Avremmo voluto riunire, in occasione della festa, la famiglia orionina per l’inaugurazione del rinnovato complesso edilizio progettato per offrire nuove e più adeguate risorse al territorio e rispondere meglio ai suoi bisogni di salute.
Avremmo voluto ricordare quella radiosa domenica di maggio di sedici anni fa, quando Giovanni Paolo II elevò agli onori dell’altare la figura del nostro padre fondatore. Rivivere le emozioni di quell’evento contornato da un’immensa assemblea e rimirare idealmente l’arazzo sulla basilica vaticana con il volto dell’apostolo della carità esposto alla piazza, catturata da quei suoi occhi intensi e luminosi.
Come è noto, la festività liturgica di san Luigi Orione è stata fissata in corrispondenza della data della sua canonizzazione avvenuta giustappunto il 16 maggio 2004. Il processo apostolico era stato avviato da Giovanni XXIII già nel 1963; con Paolo VI nel 1978 erano state proclamate le virtù eroiche, mentre Giovanni Paolo II lo aveva dichiarato beato il 26 ottobre del 1980.
Don Orione è un santo dei nostri tempi e l’attualità del suo insegnamento è ben riconoscibile nelle sue parole: “Sia il nostro spirito uno spirito grande di umiltà, di fede, di carità: sia la nostra vita tutta intessuta di preghiera, di pietà operosa, di sacrificio per far del bene alle anime. Solo con la carità di Gesù Cristo si salverà il mondo! Dobbiamo riempire di carità i solchi che dividono gli uomini ripieni di odio e di egoismo“. Ancor di più, il suo messaggio rimane visibile nelle opere sparse in quattro continenti che, mantenendosi in fedeltà allo spirito fondativo e in dialogo con le periferie del mondo, ne fanno risuonare gli echi nel tempo presente.
Avremmo voluto, dicevamo, sulla scorta di questa lieta ricorrenza, riaffermare tutti insieme il legame della comunità irpina con questa figura di uomo che ha così mirabilmente saputo vivere la sua fede con infaticabile coraggio nel servizio agli ultimi.
Avremmo voluto. Ma l’ondata epidemica del corona virus, che dall’inizio dell’anno sta asfissiando la vita dell’intero pianeta, ci ha impedito di concretizzare qualsiasi proposito. Di fronte ad un nemico invisibile che si può celare dietro il volto di ogni persona, siamo tutti esposti all’incertezza non solo sul nostro destino, ma anche su quello di chi ci sta intorno: i nostri cari, i nostri amici. Questo tempo non è fatto, purtroppo, per ritrovarci l’uno accanto all’altro a celebrare la vita, è piuttosto un tempo che obbliga a salvaguardare la vita tenendoci a distanza, anche se la condizione umana, per essere riconosciuta, richiede intime convivenze. Quindi, altro non possiamo fare che onorare san Luigi Orione con una corrispondenza d’affetto, condividendo questo messaggio augurale con tutti coloro che, in vario modo, ne coltivano la memoria. Risuonano alla mente le parole del Qoelet: “Per ogni cosa c’è il suo tempo (…) Un tempo per piangere e un tempo per ridere / un tempo per gemere e un tempo per ballare”. Nella ricorrenza della festività di don Orione ci sorregga la speranza che giungerà anche il tempo per guarire e per rinascere alla vita.
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