Missionari orionini portatori del Vangelo
Come consuetudine del mese di marzo, il Centro di Savignano ha dedicato una giornata di riflessione e di testimonianza, in comunione con operatori ed amici, sull’opera missionaria della Congregazione di don Orione. A presiedere l’incontro, don Marcelo Boschi, sacerdote orionino attualmente superiore della delegazione missionaria per i paesi di lingua inglese “Mother of the Church”.
Nella cornice del mese missionario orionino, che si celebra ogni anno in occasione dell’anniversario della morte di san Luigi Orione, domenica 17 si è rinnovato a Savignano l’appuntamento dedicato alla sensibilizzazione del servizio missionario che i religiosi della Congregazione svolgono nel mondo.
Chiamato ad animare la giornata don Marcelo Boschi, religioso argentino, attualmente incaricato di coordinare il lavoro delle missioni operanti in paesi di lingua inglese come India, Filippine, Giordania, Kenya, USA, Inghilterra e Irlanda, raggruppate nella delegazione missionaria “Mother of the Church”.
Don Marcelo nel descrivere la Congregazione di don Orione come un grande albero che sparge i suoi semi negli angoli più remoti della terra, ha parlato dei missionari come “continuatori di una storia di un uomo che ha capito come vivere in Cristo per amare come Cristo”. Ha quindi raccontato la sua esperienza di orionino che ha imparato il canto sublime della carità alla scuola dei missionari. Un canto che ripete ogni giorno al servizio dei poveri che incontra nella sua strada.
Vivo interesse si è riversato sulla relazione di don Marcelo che ha dato spunti per un confronto con la platea sfociato su tematiche di forte attualità come il fenomeno migratorio e le radicalizzazioni di stampo religioso.
Al termine della conferenza i partecipati si sono trasferiti nella cappella del Centro per la celebrazione liturgica presieduta dallo stesso don Boschi il quale ha fatto cogliere nell’omelia l’importanza dell’ascolto della parola con cuore missionario “Cuore che ha capito bene cosa significa il battesimo grazie al quale io non sono da solo ma figlio di Dio che condivide con gli altri la sua paternità”.
Al termine della mensa conviviale, il saluto del direttore del Centro, che ha richiamato l’attenzione sull’impegno evangelico quotidiano, di ogni cristiano, all’accoglienza di ogni prossimo, in special modo quello ferito nella sua dignità umana, ha dato il commiato ai presenti.
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